venerdì 23 gennaio 2009

Afidi, Vespe e l' inganno perfetto.

Gli afidi, dopo la muta, lasciano le loro exuvie (esoscheletri vuoti) in prossimità della colonia in cui vivono. Questo comportamento fino ad oggi è sempre stato considerato, come anti-evoluzionistico. Gli esoscheletri infatti, non farebbero altro che rendere ancora più visibile la colonia agli occhi delle vespe parassitoidi.
Questo fenomeno oggi trova la sua spiegazione sull'ultimo numero della rivista BMC Evolutionary Biology. Un gruppo di ricercatori dell'Università cattolica di Lovanio e della canadese McGill University, ha scoperto che le exuvie non fanno altro che fungere da esche, una sorta di specchietto per le allodole per le vespe. Le femmine di vespa infatti, individuata la colonia di afidi, spesso scambiano i loro esoscheletri vuoti per degli individui vivi, deponendoci dentro il loro uovo.
"Abbiamo scoperto” spiega Frédéric Muratori, responsabile della ricerca “che le femmine del parassitoide passano molto più tempo nei punti in cui vi sono le exuvie che in quelli dove ci sono realmente gli afidi, non riconoscendo le exuvie come un ospite di scarsa qualità per le loro uova".
Nel microcosmo spietato degli insetti ogni arma è lecita. Gli afidi hanno scelto la strategia dell’inganno.

giovedì 22 gennaio 2009

Voglio una vita spericolata! Tutta colpa della Dopamina.

Cosa spinge un uomo a lanciarsi da un aereo in volo o ad arrampicarsi a mani nude su un grattacielo di 50 piani? Perché alcune persone hanno il desiderio di vivere esperienze estreme, andando contro il normale istinto di sopravvivenza?
Uno studio condotto dai ricercatori della Vanderbilt University e pubblicato sulla rivista “Journal of Neuroscience”, ha individuato i meccanismi neurobiologici che sono alla base di questo tipo di comportamenti.
Sembrerebbe che le persone sempre alla ricerca di forti esperienze, abbiano nel cervello un numero dei recettori che regolano la dopamina, molto inferiore a quello delle persone normali.
La dopamina è infatti un neurotrasmettitore che nel cervello stimola la sensazione di piacere e di appagamento. La carenza dei suoi autorecettori, provoca quindi una difficoltà a regolare il desiderio di nuove esperienze, spingendo le persone verso sfide sempre più audaci.
"La nostra ricerca” dice David Zald, responsabile di questo studio “suggerisce che in questi soggetti, il cervello è scarsamente in grado di regolare la dopamina. Questa condizione rende i soggetti, particolarmente sensibili alle novità e alle situazioni che forniscono una gratificazione e che normalmente inducono un rilascio di dopamina".

mercoledì 21 gennaio 2009

I Neonicotinoidi e la strage degli innocenti.

Ormai è appurato. Sono i pesticidi la causa della moria di api che si sta verificando in tutto il mondo negli ultimi anni. Questo sarà uno dei temi centrali de "Gli Stati Generali dell’apicoltura" 25° Congresso dell’Apicoltura professionale che si terrà a Sorrento dal 21 al 26 gennaio del 2009.
Era gia noto che i Neonicotinoidi, usati nella concia dei semi, erano presenti ad alte concentrazioni nel polline e nettare prodotti poi dalle piante, rendendoli velenosi. Le ultime scoperte dipingono però scenari ancora più allarmanti. Anche le guttazioni, e cioè le gocce di acqua trasudate dalle foglie, conterrebbero altissime concentrazioni di Neonicotinoidi nei primi mesi di vita della pianta. Il guaio è che proprio le guttazioni sono la prima fonte d’acqua per api e altri insetti utili all'uomo. Degli studi effettuati all’Università di Padova hanno appurato che un’ape, muore entro 10 minuti dall’ingestione di acqua avvelenata da Neonicotinoidi. Come è noto le api sono i più importanti impollinatori. La loro drastica riduzione potrebbe avere effetti devastanti sugli ecosistemi. Per non parlare poi dei danni economici che il fenomeno sta infliggendo all'agricoltura mondiale.
L’anno scorso la moria delle api ha causato danni per centinaia di milioni di euro.
Urge quindi trovare una soluzione a questo grave problema.

martedì 20 gennaio 2009

Agricoltura intelligente contro il Global Warming.

Con una selezione accurata delle varietà di specie vegetali alimentari, Europa e Nord America potrebbero riuscire a ridurre in un secolo la temperatura globale della terra di circa 1° C. Questo è quanto pubblicato sull'ultimo numero della rivista Current Biology, da un’equipe di ricercatori dell'Università di Bristol.

La riflessione della radiazione solare (Albedo) sulle colture determina un generale raffreddamento della temperatura globale, più di quanto faccia la vegetazione naturale. Quindi selezionando delle coltivazioni ad Albedo maggiore si potrebbero avere dei risultati molto significativi.

Scegliendo fra le varietà correnti, la nostra stima sull'aumento di riflessione” spiega Andy Ridgwell, direttore dello studio “ci porta a prevedere che le temperature estive potrebbero ridursi di oltre 1°C per gran parte dell'America del Nord e alle medie latitudini dell'Eurasia. La proposta" continua Ridgwell "è quella di scegliere fra le differenti varietà delle stesse specie di coltura per massimizzare la riflessione della luce non di cambiando però il tipo di coltura.”

Secondo i calcoli dei ricercatori, questo tipo di scelta eliminerebbe l'effetto di 195 miliardi di tonnellate di CO2 emessa in atmosfera, nel corso dei prossimi 100 anni.

giovedì 15 gennaio 2009

Biodiversità: La penisola Antartica è meglio delle Galapagos.

Nelle isole South Orkney Islands, situate attorno alla penisola antartica il numero di specie viventi è addirittura superiore a quello delle Galapagos. Questo è quanto riportato sull’ultimo numero della rivista “Journal of Biogeography”. Un gruppo di ricercatori della British Antarctic Survey (BAS) e dell’Università di Amburgo, ha setacciato le terre emerse e le acque delle isole antartiche fino ad una profondità di 1500 metri, raccogliendo circa 1200 specie viventi, 5 delle quali mai classificate prima d’ora. Il risultati ottenuti sono strabilianti dal momento che fino ad oggi le terre antartiche erano ritenute povere di biodiversità.

sabato 10 gennaio 2009

150 specie di Batteri racchiuse in una mano.

Su una mano, in media vivono 150 specie diverse di batteri. E' questa la conclusione a cui è arrivato uno studio condotto presso l'Università del Colorado a Boulder e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). La ricerca, che aveva lo scopo di indagare sulle linee di difesa della pelle contro gli attacchi dei microrganismi ospiti, ha preso in esame un campione di 51 pazienti, per un totale di 102 mani. Sono state individuate in tutto 4700 diverse specie di batteri ma solo 5 di queste erano condivise da tutti i pazienti. E’ emerso inoltre che le donne presentono una biodiversità batterica molto superiore a quella delle mani degli uomini. Questo, secondo Noah Fierer che ha diretto la ricerca, è spiegabile probabilmente col fatto che il PH della pelle maschile è più acido di quello delle donne, offrendo ai batteri un ambiente più ostile. Inoltre la pelle di un uomo è più spessa e quindi meno penetrabile. Ma l’indagine ha rivelato anche altre note curiose. Le specie batteriche comuni tra mano destra e sinistra dello stesso individuo non superano il 17%, e inoltre mentre alcuni gruppi di microorganismi apparivano ridotti dopo aver lavato le mani, altri erano addirittura più abbondanti. "La maggior parte di questi batteri non è patogena e alcuni di essi addirittura formano una difesa naturale della pelle”, ha precisato Rob Knight, che ha partecipato alla ricerca "e comunque dal punto di vista igienico, lavarsi le mani regolarmente ha un effetto decisamente positivo.”

lunedì 29 dicembre 2008

Science: La 10 più importanti scoperte del 2008

Il 2008 sta per concludersi ed è ora di bilanci. Come di consueto, Science ha stilato la classifica delle 10 più importanti scoperte scientifiche dell’anno.
1° posto: Riprogrammazione cellulare: La più grande scoperta dell'anno permette di produrre cellule staminali a partire da delle cellule adulte, grazie ad una semplice riprogrammazione genetica. Cio apre nuove strade nella lotta ad Alzheimer, Parkinson e distrofie.
2° posto: Exoplanets : Grazie all'utilizzo di sofisticati telescopi, nel 2008 sono stati osservati per la prima volta 4 pianeti che orbitano attorno a due stelle.
3° posto: Ampliamento della lista dei Geni Tumorali. Sono stati scoperti nuovi geni che determinano l’insorgenza di tumori. Tra questi quelli relativi al cancro al pancreas e al Gliobast0ma.
4° posto: Nuovi superconduttori: E’ stata scoperta una nuova classe di materiali in grado di condurre elettricità senza creare resistenza anche a temperature elevate.
5° posto: Proteine a Lavoro. Sono stati osservati i meccanismi con i quali le proteine agiscono sul metabolismo cellulare, assumendo un compito importante nella formazione dei tessuti.
6° posto: Energia pulita. Nell’anno trascorso sono state sviluppate nuove tecniche che consentuno di immagazzinare l'eccesso di energia elettrica prodotto da impianti solari e eolici
7° posto: Sviluppo Embrionale: Grazie ad un sofisticato microscopio è stato filmato lo sviluppo embrionale del Danio rerio, un piccolo pesce d'acqua dolce.
8° posto: Grasso buono. Sono state studiate le proprietà e le funzioni del grasso bruno, differente da quello bianco. Questa scoperta aprirà nuove strade nella lotta all’obesità.
9° posto: Massa del protone. Nel 2008 sono stati prodotti nuovi modelli di calcolo che consentono di stabilire precisamente la massa di protoni e neutroni.
10° posto: Corsa al sequenziamento. Nel corso di quest’anno c’è stato un grande balzo in avanti per quanto riguarda il sequenziamento del genoma.

mercoledì 24 dicembre 2008

E' tutta italiana la scoperta dell’acqua più antica dell’universo.

L’acqua più antica dell’universo ha ben 11 miliardi di anni. Questa grande scoperta è stata fatta al Max Plack Institut di Bonn da due ricercatrici italiane, Paola Castangia e Violette Impellizzeri. Si tratta dell’acqua più antica mai osservata. La sua individuazione è stata frutto della grande intuizione delle giovani scienziate, ma sopratutto dell'insieme di due fenomeni fisici: le lenti gravitazionali e i maser.
Le lenti gravitazionali sono una sorta di amplificatori naturali di onde elettromagnetiche. La luce, emessa da sorgenti molto lontane, viene amplificata tanto da poter essere osservata dalla Terra. Anche i maser, seppure in maniera differente, fungono da concentratori di onde elettromagnetiche. In questo caso il maser era sovrapposto ad una lente gravitazionale. Si è verificata quindi una doppia amplificazione delle onde elettromagnetiche emesse dalle remotissime molecole d’acqua. La luce captata è partita dalla sorgente ben 11 miliardi di anni fa, quando ancora la terra non esisteva.
“Siamo state fortunate”, ammette Paola Castangia “abbiamo individuato il maser proprio nel primo oggetto sul quale abbiamo puntato il nostro radiotelescopio. La scoperta è stata così improbabile che quasi non ci credevamo. Trasportate dall’entusiasmo abbiamo deciso di provare a ripetere le osservazioni con uno strumento ancora più sensibile, il VLA, nel New Mexico. Abbiamo avuto la conferma che cercavamo...l’acqua in effetti c’era. E' stata un’emozione unica!». Paola Castangia era al Max Plack Institut di Bonn da un anno, grazie al programma “Master & Back”, avviato dalla Regione Sardegna per promuovere le esperienze all’estero di giovani laureati, garantendo poi il loro ritorno nell'isola.

martedì 23 dicembre 2008

Sesso: 13 minuti la durata ideale.

L’amplesso ideale deve durare tra i 7 e i 13 minuti. Questo è quanto sostenuto da una ricerca pubblicata sul Journal of Sexual Medicine. L’equipe di sessuologi americani che ha svolto questo studio, dal punto di vista medico definisce insufficiente un rapporto della durata inferiore ai tre minuti (dalla penetrazione all'eiaculazione), ed eccessiva una superiore ai 13. “E’ importante” sostengono Eric Corty e Jenay Guardiani, psicologi della Penn State University “superare gli stereotipi imposti dalla pornografia che creano aspettative distorte attorno al sesso e quindi insoddisfazione”.
Tuttavia la durata ideale di un rapporto sessuale dipende da coppia a coppia. Ognuno ha i suoi tempi e le sue abitudini. Che siano sette, tredici o trenta i minuti d'amore non importa, l’importante è farlo bene e trarre il massimo della soddisfazione.

lunedì 22 dicembre 2008

Lerista: La lucertola che “nuota” nella sabbia.

Le lucertole Australiane del genere Lerista hanno perso o ridotto quasi totalmente le zampe in un periodo evolutivo inferiore a 3,6 milioni di anni. Questo è quanto hanno dimostrato ricercatori dell'Università di Adelaide, pubblicando i risultati delle loro ricerche sulla rivista online BMC Evolutionary Biology . La struttura fisica della Lerista è la conseguenza del suo adattamento ad un ambiente totalmente sabbioso. Tra le 75 specie che fanno parte di questo genere alcune hanno mantenuto arti completi, altre invece ne sono totalmente privi. L’assenza degli arti facilita infatti la locomozione del piccolo rettile tra le fini sabbie desertiche. "Riteniamo” spiega Adam Skinner coordinatore della ricerca “che queste lucertole abbiano perso le zampe perché passano gran parte della loro vita 'nuotando' sulla sabbia. Gli arti in questo ambiente rappresenterebbero un ostacolo". Ciò che però ha colpito maggiormente i ricercatori è la velocità con la quale si è verificato questo adattamento. "Abbiamo calcolato che la perdita completa delle zampe è avvenuta nell'arco di soli 3,6 milioni di anni", ha aggiunto Skinner “un periodo brevissimo per un cambiamento evolutivo così significativo.