lunedì 29 dicembre 2008

Science: La 10 più importanti scoperte del 2008

Il 2008 sta per concludersi ed è ora di bilanci. Come di consueto, Science ha stilato la classifica delle 10 più importanti scoperte scientifiche dell’anno.
1° posto: Riprogrammazione cellulare: La più grande scoperta dell'anno permette di produrre cellule staminali a partire da delle cellule adulte, grazie ad una semplice riprogrammazione genetica. Cio apre nuove strade nella lotta ad Alzheimer, Parkinson e distrofie.
2° posto: Exoplanets : Grazie all'utilizzo di sofisticati telescopi, nel 2008 sono stati osservati per la prima volta 4 pianeti che orbitano attorno a due stelle.
3° posto: Ampliamento della lista dei Geni Tumorali. Sono stati scoperti nuovi geni che determinano l’insorgenza di tumori. Tra questi quelli relativi al cancro al pancreas e al Gliobast0ma.
4° posto: Nuovi superconduttori: E’ stata scoperta una nuova classe di materiali in grado di condurre elettricità senza creare resistenza anche a temperature elevate.
5° posto: Proteine a Lavoro. Sono stati osservati i meccanismi con i quali le proteine agiscono sul metabolismo cellulare, assumendo un compito importante nella formazione dei tessuti.
6° posto: Energia pulita. Nell’anno trascorso sono state sviluppate nuove tecniche che consentuno di immagazzinare l'eccesso di energia elettrica prodotto da impianti solari e eolici
7° posto: Sviluppo Embrionale: Grazie ad un sofisticato microscopio è stato filmato lo sviluppo embrionale del Danio rerio, un piccolo pesce d'acqua dolce.
8° posto: Grasso buono. Sono state studiate le proprietà e le funzioni del grasso bruno, differente da quello bianco. Questa scoperta aprirà nuove strade nella lotta all’obesità.
9° posto: Massa del protone. Nel 2008 sono stati prodotti nuovi modelli di calcolo che consentono di stabilire precisamente la massa di protoni e neutroni.
10° posto: Corsa al sequenziamento. Nel corso di quest’anno c’è stato un grande balzo in avanti per quanto riguarda il sequenziamento del genoma.

mercoledì 24 dicembre 2008

E' tutta italiana la scoperta dell’acqua più antica dell’universo.

L’acqua più antica dell’universo ha ben 11 miliardi di anni. Questa grande scoperta è stata fatta al Max Plack Institut di Bonn da due ricercatrici italiane, Paola Castangia e Violette Impellizzeri. Si tratta dell’acqua più antica mai osservata. La sua individuazione è stata frutto della grande intuizione delle giovani scienziate, ma sopratutto dell'insieme di due fenomeni fisici: le lenti gravitazionali e i maser.
Le lenti gravitazionali sono una sorta di amplificatori naturali di onde elettromagnetiche. La luce, emessa da sorgenti molto lontane, viene amplificata tanto da poter essere osservata dalla Terra. Anche i maser, seppure in maniera differente, fungono da concentratori di onde elettromagnetiche. In questo caso il maser era sovrapposto ad una lente gravitazionale. Si è verificata quindi una doppia amplificazione delle onde elettromagnetiche emesse dalle remotissime molecole d’acqua. La luce captata è partita dalla sorgente ben 11 miliardi di anni fa, quando ancora la terra non esisteva.
“Siamo state fortunate”, ammette Paola Castangia “abbiamo individuato il maser proprio nel primo oggetto sul quale abbiamo puntato il nostro radiotelescopio. La scoperta è stata così improbabile che quasi non ci credevamo. Trasportate dall’entusiasmo abbiamo deciso di provare a ripetere le osservazioni con uno strumento ancora più sensibile, il VLA, nel New Mexico. Abbiamo avuto la conferma che cercavamo...l’acqua in effetti c’era. E' stata un’emozione unica!». Paola Castangia era al Max Plack Institut di Bonn da un anno, grazie al programma “Master & Back”, avviato dalla Regione Sardegna per promuovere le esperienze all’estero di giovani laureati, garantendo poi il loro ritorno nell'isola.

martedì 23 dicembre 2008

Sesso: 13 minuti la durata ideale.

L’amplesso ideale deve durare tra i 7 e i 13 minuti. Questo è quanto sostenuto da una ricerca pubblicata sul Journal of Sexual Medicine. L’equipe di sessuologi americani che ha svolto questo studio, dal punto di vista medico definisce insufficiente un rapporto della durata inferiore ai tre minuti (dalla penetrazione all'eiaculazione), ed eccessiva una superiore ai 13. “E’ importante” sostengono Eric Corty e Jenay Guardiani, psicologi della Penn State University “superare gli stereotipi imposti dalla pornografia che creano aspettative distorte attorno al sesso e quindi insoddisfazione”.
Tuttavia la durata ideale di un rapporto sessuale dipende da coppia a coppia. Ognuno ha i suoi tempi e le sue abitudini. Che siano sette, tredici o trenta i minuti d'amore non importa, l’importante è farlo bene e trarre il massimo della soddisfazione.

lunedì 22 dicembre 2008

Lerista: La lucertola che “nuota” nella sabbia.

Le lucertole Australiane del genere Lerista hanno perso o ridotto quasi totalmente le zampe in un periodo evolutivo inferiore a 3,6 milioni di anni. Questo è quanto hanno dimostrato ricercatori dell'Università di Adelaide, pubblicando i risultati delle loro ricerche sulla rivista online BMC Evolutionary Biology . La struttura fisica della Lerista è la conseguenza del suo adattamento ad un ambiente totalmente sabbioso. Tra le 75 specie che fanno parte di questo genere alcune hanno mantenuto arti completi, altre invece ne sono totalmente privi. L’assenza degli arti facilita infatti la locomozione del piccolo rettile tra le fini sabbie desertiche. "Riteniamo” spiega Adam Skinner coordinatore della ricerca “che queste lucertole abbiano perso le zampe perché passano gran parte della loro vita 'nuotando' sulla sabbia. Gli arti in questo ambiente rappresenterebbero un ostacolo". Ciò che però ha colpito maggiormente i ricercatori è la velocità con la quale si è verificato questo adattamento. "Abbiamo calcolato che la perdita completa delle zampe è avvenuta nell'arco di soli 3,6 milioni di anni", ha aggiunto Skinner “un periodo brevissimo per un cambiamento evolutivo così significativo.

venerdì 19 dicembre 2008

Brasile: Trovati i resti del "Vagabondo dei laghi".

In Brasile sono stati ritrovati i resti fossili del più grande tra gli pterosauri sdentati fino ad oggi conosciuti, battezzato col nome di Lacusovagus magnificens (vagabondo dei laghi).
Il paleontologo inglese, Mark Witton ha identificato questa nuova specie, dall’analisi dei resti fossili di un cranio. Si tratta dell’unico esemplare di questo gruppo, ritrovato fuori dalla Cina. Alto più di un metro e con un’apertura alare di circa 5 metri, il Lacusovagus magnificens è la più grande specie mai classificata della famiglia chaoyangopteridae. "Gli esemplari che abbiamo classificato in Cina" dice Witton "sono lunghi al massimo 60 cm, praticamente quanto il cranio di Lacusovagus".
La scoperta del plesiosauro che volava nei cieli Brasiliani di 115 milioni di anni, sottolinea che si sa ancora molto poco sulla distribuzione e sull’evoluzione di questa famiglia di dinosauri.

giovedì 18 dicembre 2008

Erba di San Giovanni: alternativa naturale al Prozac.

L’erba di San Giovanni è migliore del Prozac nella cura della depressione. Questo è quanto emerge da uno studio effettuato dai ricercatori del Centro di Medicina Complementare di Monaco di Baviera i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Coochrane Library. Si tratta del più importante studio finora condotto sulle proprietà farmacologiche di questa pianta. Gli scienziati hanno analizzato 29 ricerche precedenti, nelle quali sono stati coinvolti complessivamente 5.489 pazienti affetti da depressioni lievi, moderate o gravi. Ad una parte di questi è stato somministrato per un certo periodo un preparato a base di Hypericum perforatum (questo il nome scientifico dell’Erba di San Giovanni), ad un altro gruppo un placebo, mentre gli altri pazienti sono stati curati con degli antidepressivi classici.
Dall’analisi dei risultati è emerso che la terapia a base di Hypericum ha avuto la stessa efficacia del Prozac e del Seroxat nel trattamento delle depressioni lievi e moderate, con addirittura una minore insorgenza di effetti collaterali. Si è rivelata inefficace invece nei casi di depressione grave. Tuttavia non è ancora noto quale sia il meccanismo d’azione del Hypericum. È stato ipotizzato che il principio attivo della pianta, l'Ipericina, sia in grado di inibire l’enzima responabile del metabolismo della serotonina, riuscendo quindi a mantenere alto il livello di questa nel cervello. Il risultato è un notevole miglioramento dell'umore. Rispetto ai classici antidepressivi sintetici, l'Erba di San Giovanni ha il vantaggio di costare molto di meno, non richiede ricetta e inoltre può essere somministrato anche a bambini e adolescenti.

mercoledì 17 dicembre 2008

Gli alberi di Natale “finti” sono meno ecologici di quelli veri.

Gli ecologisti natalizi ora dovranno ricredersi. L’utilizzo di un alberello di Natale di plastica ha un maggior impatto sull’ambiente rispetto all’utilizzo di un vero abete. Lo dichiara Clint Springer, botanico ed esperto in riscaldamento ambientale dell’Università di Saint Joseph a Philadelphia. Come possiamo leggere su Livescience, uno degli aspetti negativi dei finti alberi è legato al suo smaltimento. Essendo composti di PVC (polivinile) non sono ne biodegradabili ne riciclabili . Si calcola che occorrono circa 200 anni per avere una degradazione completa in discarica e la loro combustione libera sostanze nocive. Se poi mettiamo in conto che per la loro realizzazione viene bruciato petrolio con la conseguente immissione in atmosfera di gas serra, il quadro è completo. Un albero vero, invece, nonostante necessiti di fertilizzanti per crescere, assorbe in tutta la sua vita più di una tonnellata di Co2, principale gas serra. In più se questo viene acquistato ancora con le radici può essere ripiantato dopo le feste. Clint Spinger consiglia inoltre di sostituire le classiche illuminare con quelle che usano tecnologia LED. "Così" spiega "avremo anche un minore consumo energetico".

martedì 16 dicembre 2008

Toglietemi tutto ma... non la mia connessione ad internet

Una donna su due e un maschio su tre preferiscono rinunciare al sesso per due settimane, piuttosto che essere privati della connessione web per lo stesso periodo di tempo.
Questo è quanto emerge da un’indagine commissionata da Intel e svolta su un campione di 2000 adulti.
Il sondaggio condotto da Harris Interactive ha messo in luce che il 46% delle donne è disposta a rinunciare ai piaceri della carne per due settimane, ma non è disposta a stare senza una connessione ad internet per lo stesso periodo di tempo. La preferenza per internet a scapito del sesso è più frequente (52%) nelle donne di età compresa tra i 35 e i 44 anni, mentre la fascia di età compresa trai 18 e i 34 anni è leggermente meno incline (49%) a questa rinuncia. Questo curioso fenomeno non riguarda però solo il gentil sesso: anche gli uomini preferiscono trascorrere il loro tempo in rete piuttosto che dedicarsi al partner anche se in percentuale minore: l’indagine ha rivelato infatti che solo il 30% dei maschi rinuncerebbe più volentieri a due settimane di sesso pur di non rimanere senza una connessione ad internet. In questo caso sono i più giovani però ad essere propensi a rinunciare al sesso (39%), mentre nella fascia di età 35-44 l'attività sessuale è preferita nel 77% dei casi.

venerdì 12 dicembre 2008

Magnapinna: un "Mostro marino" nel Golfo del Messico


Lo scorso Novembre il National Geographic News è venuto in possesso di questo breve filmato che immortala un rarissimo esemplare di Calamaro Gigante del genere Magnapinna.
Il filmato, realizzato dagli operatori di una stazione petrolifera nel Golfo del Messico ad una profondità di quasi 2.500 metri, risale al 11 Novembre del 2007. Il calamaro incrocia per pochi secondi l’obbiettivo agitando le sue due grosse pinne laterali e trascinando appresso a se i suoi 10 lunghissimi bracci.

Oggi sappiamo che questa famiglia di cefalopodi (Magnapinnidae) vive negli oceani di tutto il mondo a profondità superiori ai 1200 metri. Il primo esemplare ritrovato (Magnapinna pacifica) venne classificato nel 1998. Oggi sono note solo quattro specie della famiglia Magnapinnidae, tutte appartenenti al genere Magnapinna. Due di queste, Magnapinna talismani e Magnapinna atlantica, sono state classificate tra il 2001 e il 2006. Nel 2007 è stata individuata anche una quarta specie, rimasta però ancora senza nome.

giovedì 11 dicembre 2008

1 Dicembre 2008. Congiunzione astrale tra Luna, Venere e Giove

Dicembre non poteva iniziare in un modo migliore per gli appassionati di Astronomia. Nei primi giorni del mese, Luna, Venere e Giove infatti ci hanno regalato uno spettacolo raro e affascinante, osservabile ad occhio nudo da tutte le parti del pianeta. Una Luna in fase crescente si è posizionata, poco dopo il tramonto, tra Venere e Giove, allineandosi perfettamente con loro.
La congiunzione astrale tra i due pianeti, iniziata il 26 Novembre è ancora osservabile guardando ad ovest qualche ora dopo il crepuscolo. Venere, bianco e luminoso rimane in basso a sinistra, Giove è invece piccolo e giallo ed è posto in alto a destra

Blatte in Fuga

Le Blatte fuggono dagli attacchi dei predatori seguendo sempre quattro traiettorie preferenziali. Questo è quanto emerge da uno studio effettuato da Pietro Domenici ricercatore dell’ Iamc-Cnr di Oristano, i cui risultati sono stati pubblicati nella rivista Current Biology.
Benché Pietro Domenici generalmente si occupi della locomozione negli animali marini, in questo caso, ha condotto uno studio su un insetto. Con la collaborazione di Jonathan Bacon e David Booth della University of Sussex, e Jonathan Blagburn della Universidad de Puerto Rico è stato analizzato il comportamento della Periplaneta americana (comune Blatta alata diffusa su tutto il pianeta), in situazioni di pericolo.

Gli scarafaggi” spiega il ricercatore italiano “fuggono seguendo quattro traiettorie preferenziali, ad angoli di circa 90, 120, 150 e 180 gradi dall’attacco, mentre rare sono le fughe lungo traiettorie intermedie. I risultati mostrano, ad esempio, una frequenza quattro volte maggiore a 120 gradi rispetto a 110”, prosegue il ricercatore dell’Iamc-Cnr. “Lo scopo delle traiettorie preferenziali, probabilmente, non sta nella scelta di queste particolari angolature, ma nel generare la massima imprevedibilità nella fuga, e quindi la difficoltà nel predatore di apprendere un modello ripetitivo dal comportamento della preda”.
La scoperta di traiettorie preferenziali mette in luce la necessità di rivedere le precedenti teorie sui meccanismi neurofisiologici che generano la direzione di fuga negli scarafaggi ed in altri animali. Tali ricerche, potrebbero pertanto permettere lo sviluppo di una teoria generale su come gli animali generano imprevedibilità per sfuggire ai predatori.